Sinossi
Dopo un primo film, Bijan Anquetil incontra nuovamente Hamid e Sobhan, amici arrivati segretamente dall’Afghanistan, separati dalla vita in Europa. Il primo è diventato un politico rifugiato. Il secondo, dagli sforzi alle deportazioni, continua a cercare il suo luogo. Begzor Begzar è la cronaca malinconica di due destini arbitrari. Hamid e Sobhan si sono incontrati sulla strada turbolenta che hanno preso, insieme a migliaia di altri, in fuga dall’Afghanistan per l’Europa. Che era a Patrasso, e si sono trovati di nuovo in Parigi anni dopo. Bijan Anquetil aveva fatto un primo film con loro; in una notte, intorno ad un incendio, i due amici hanno raccontato il loro viaggio come migranti. Oggi, Hamid è stato concesso un permesso di soggiorno, come rifugiato politico. Per quanto riguarda Sobhan, è stato respinto e deve lasciare il territorio francese. Bijan li segue sui loro percorsi ormai separati. “Piango la vita che si consuma, come una candela. Io sono un peso per te, lasciami e segui il tuo cammino.” cita Sobhan dalla canzone che dà al film il suo titolo. È quello che Bijan Anquetil non vuole lasciare, per un momento, durante il tempo il film è fatto, nonostante i suoi molti tentativi di raggiungere l’Inghilterra dove sarà ancora in grado di provare qualcosa, e le sue deportazioni da un paese all’altro. In questa cronaca politica e malinconica, il regista solo
chiede loro di fare un film insieme, come condividere parte del viaggio tra di loro.
Bijan Anquetil