I film vincitori della quinta edizione del MyART International Film Festival
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È “Khatemeh” di Hadi e Mehdi Zarei, il vincitore della V edizione del MyArt International Film Festival, la kermesse di cinema indipendente, promossa dall’Associazione Culturale Multietnica La Kasbah Onlus che si è svolta a Cosenza dal 9 al 12 dicembre. Il documentario ” Khatemeh”, si è aggiudicato il Premio “Sarah Maldoror”, in memoria della regista e attivista di origini guadalupegne, scomparsa nel 2020. 

Hadi e Mehdi Zarei, in collegamento dall’Iran, si sono detti onorati di ricevere un premio intitolato ad una regista che ha saputo raccontare con la sua camera la società africana e la sua voglia di riscatto e di affrancamento dalle logiche coloniali che per anni ne hanno bloccato l’indipendenza e lo sviluppo economico.

“Per essere riusciti a raccontare la storia di Khatemeh, quattordicenne afgana costretta a sposare l’ex marito di una sorella morta suicida. Lo sguardo degli autori si muove con grande empatia e discrezione verso una delle tante “storie invisibili” che vedono protagoniste giovani donne, vittime di soprusi e violenze, in contesti familiari spesso inaccessibili. Storie e voci che restano nell’ombra e ai margini della storia. Un film che è un documento, una testimonianza, un esempio di come il cinema abbia ancora un ruolo essenziale nel restituire memoria e trasformarci in testimoni attivi della nostra storia”.

Queste le motivazioni della giuria presieduta da Francesco Costabile, cui è stato consegnato, dal Circolo Culturale Cinepresi durante la serata conclusiva del festival, il Premio Calafilm 2021 per il documentario In un futuro aprile realizzato insieme a Federico Savonitto. Il giovane regista calabrese, che sarà prossimante nelle sale italiane con il suo primo lungometraggio di finzione dal titolo Una femmina, liberamente ispirato al libro inchiesta “Fimmine Ribelli” di Lirio Abbate sulle donne vittime di violenza nelle famiglie di ‘ndrangheta, racconta il Pasolini friulano, che attraverso la lingua e le tradizioni del mondo contadino, sperimenta le prime avventure amorose con alcuni giovani del posto. Il contatto con questa realtà lo porta anche all’impegno politico nel Partito Comunista e l’esperienza dell’insegnamento scolastico. La vita di Pier Paolo scorre attraverso la voce di Nico Naldini, poeta e cugino di Pasolini svelando due percorsi di vita inevitabilmente connessi. Entrambi, in quegli anni, assorbono la violenza estetica ed erotica di un mondo sconosciuto, che si svela nella sua cruda realtà: un universo che influenzerà tutta la successiva opera pasoliniana. Il premio sarà consegnato, gruppo di cinefili molto attivo nell’area urbana e partner del festival.

In giuria anche il produttore italoargentino della 39 Films Alfredo Federico, produttore di film come Soledad, Take Way e Conversazioni con altre donne, girato interamente in Calabria, e Matteo Ferrarini regista e sceneggiatore autore del documentario ETHBET (Piazza Tahir 10 anni dopo: cosa resta della primavera araba)  e del film, “L’ultima cattedrale”, realizzato nel gennaio 2021 in coproduzione con Small Boss e Palacios Film.

La giuria ha assegnato anche una menzione speciale al film documentario “Tony Driver” di Ascanio Petrini per la “per aver saputo affrontare l’urgente problematica della migrazione al confine tra Messico e Stati Uniti con grande originalità, senza scadere nei soliti cliché e ammiccando anche con maestria al mitico genere cinematografico nostrano Spaghetti Western, trasformando in opera cinematografica di alto spessore la rocambolesca realtà di Tony. Ascanio è riuscito a farci conoscere Tony in modo intimo e onesto dentro un documentario con un gran linguaggio cinematografico”.

Si aggiudica invece il premio per il miglior cortometraggio “Mousie” di David Barlett, (Inghilterra). Il premio intitolato a “Shady Habash”, il giovane videomaker egiziano morto in isolamento nel carcere di Tora (Egitto), è stato conferito dalla Fondazione Migrantes.

“Per essere riuscito ad affrontare le tematiche dell’intolleranza e del pregiudizio attraverso una favola nera mai così attuale che eleva magistralmente il racconto a livello universale, dove lo sguardo innocente della protagonista e i suoi silenzi fotografano il teatro di un mondo allo sbando fatto di carnefici senza scrupoli contrapposti ad eroi coraggiosi quanto sconosciuti. Per la regia attenta ed essenziale, la progressione del racconto incalzante e l’interpretazione coinvolgente ed emozionante dei suoi protagonisti. Oggi più che mai abbiamo bisogno di storie come questa.”

Mousie si aggiudica anche il premio delle scuole indetto dal “Liceo Scientifico e Linguistico Pitagora” e “l’Istituto di Istruzione superiore Da Vinci-Nitti”, partner consolidati del festival nell’ambito del MyArt For School

In giuria, per la sezione cortometraggi, Luigi D’Alife, documentarista e regista, autore di “Milky Way” girato in Italia nel 2020, che narra una storia di solidarietà nei confronti di migranti,  attraverso scorci di vita e graphic novel animate; Luca Coassin, direttore della fotografia, con oltre 400 produzioni all’attivo e più di 15 riconoscimenti internazionali, e  Severino Iuliano, giovane sceneggiatore calabrese con all’attivo diverse sceneggiature come il lungometraggio “Space Monkeys”, prodotto da Freak Factory e Rai Cinema e il cortometraggio “Lo Sport Nazionale”, prodotto da Lago Film. 

La giuria ha assegnato anche una menzione speciale a Shero, di Claudio Casale. 

“Per la scelta di trattare un tema difficile e complicato, ma quanto mai necessario, ed averlo fatto miscelando in modo sapiente la forza delle immagini e quella delle parole. Per l’utilizzo delle animazioni che riescono ad accompagnare la storia riuscendo a commuovere e far emozionare. Per aver posto al centro del racconto il tema della visibilità e la necessità di riscrivere nuove narrazioni rimettendo al centro i corpi, a partire da quelli che hanno deciso di uscire dal nascondimento a cui le convenzioni sociali li hanno costretti. Perché l’acido può sfregiare i visi, ma non i sogni e il coraggio.”

L’Associazione La Kasbah, promotrice del Festival, esprime grande soddisfazione per il buon esito di questa quinta edizione e dà appuntamento alla sesta edizione, nella convinzione che sia sempre più necessario continuare a raccontare e condividere attraverso il cinema, storie di resistenze, diritti negati e libertà riacquisite, perché un mondo migliore sia ancora possibile.

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