Autoritratto filmico di una generazione
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Still Recording – un film di Saeed Al Batal e Ghiath Ayoub
Evento speciale in collaborazione con Falsomovimento Cineforum

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Saeed è un giovane cinefilo che cerca di insegnare ai giovani di Ghouta, in Siria, le regole del cinema, ma la realtà che si trovano ad affrontare è troppo dura per seguire alcuna regola. Il suo amico Milad vive dall’altra parte della barricata, a Damasco, sotto il controllo del regime, dove sta terminando gli studi d’arte. Un giorno, Milad decide di lasciare la capitale e raggiungere Said nella Douma assediata. Qui i due mettono in piedi una stazione radio e uno studio di registrazione. Tengono in mano la videocamera per filmare tutto ciò che li circonda, fino a quando un giorno sarà la videocamera a filmare loro.

“Quando mi sono trasferito a Douma, ho iniziato a sentire la diferenza tra me, l’ambiente universitario e Douma. Ho imparato la parola “élite”, ovvero tutte quelle persone su torri d’avorio che parlavano a gente normale. Mi sentivo davvero male. Questo sentimento mi ha spinto ad abbandonare la vita nella capitale e a mescolarmi con la gente delle piccole città rurali intorno a Damasco come Douma, Saqba e Akraba nella Ghouta orientale, condividendo e discutendo delle loro semplici preoccupazioni. Quando è iniziata la rivoluzione, mi ha rattristato vedere come questa élite si è confusa, mancando le opportunità per partecipare a questo cambiamento. Ho cercato la possibilità di rompere le loro torri d’avorio! Fin dall’inizio ho tenuto una videocamera, e mi sono posto la domanda: chi è il pubblico di destinazione? Per me, questo film porta il desiderio di approfondire la comprensione delle contraddizioni di fronte a un flmmaker, un tentativo di cercare definizioni del termine artista e di meditare sulla loro posizione nella società; per riflettere su cosa è l’arte in tempi di rivoluzione, guerra e morte a Ghouta”.
(Saeed Al Batel)

“Questo flm è il mio viaggio verso Douma, verso la rivoluzione, attraverso i fallimenti e le sconfitte, verso la speranza, ma questa volta attraverso gli occhi di Milad e Saeed. È un viaggio di esplorazione della mia posizione riguardo ciò che sta accadendo, e una ricerca per le diverse opzioni che la nostra generazione ha.  È un’esplorazione per uno spazio all’interno della Siria, come si può vivere giorno per giorno, come se tutti i giorni possano essere l’ultimo e come riconciliarsi con questa idea. Mi piacerebbe capire come i miei amici sono andati così vicino alla morte e hanno vissuto così intimamente con essa. Sono usciti dal baratro a Beirut, in cerca di una nuova vita con la speranza che essa sarebbe cresciuta in questo giardino di tenebre che è il quotidiano. Quindi ho voluto tradurre l’archivio e la storia della nostra generazione in un’opera cinematografica che interseca le nostre esperienze con le esperienze di tutti quelli che lo guardano, indipendentemente dal tipo di battaglia che ognuno porta avanti”.
(Ghiat Ayoub)

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PROIEZIONE
13 novembre / ore 21.00 / Cinema San Nicola / Ingresso: 3,00 euro

 
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